Abbiamo già descritto qui la realizzazione del piazzale della stazione fuori opera. In questo articolo ne descriviamo il posizionamento definitivo e la realizzazione del piazzale ferroviario, con banchine e massicciata e qualche modifica di tracciato.
Anche le banchine devono essere realizzate fuori opera, questo per permetterne una verniciatura accurata. Per la realizzazione delle stesse usiamo una fresatrice a 3 assi per realizzare i supporti laterali, le centine di assemblaggio e piano di calpestio.
I pezzi, che hanno una lunghezza di 30 cm ed una larghezza variabile da 3 a 10 cm, grazie alle centine sezionabili, possono essere assemblati per realizzare banchine della lunghezza e forma voluta, quindi anche curve o smussate.
L’assemblaggio è relativamente semplice. Si incollano i bordi con l’imitazione dei blocchi sui relativi supporti, avendo cura di sfalsare i pezzi in caso si stiano realizzando banchine più lunghe di 30 cm.
Gli incassi per le centine servono anche da guida.
Calcoliamo con il calibro l’esatta larghezza che dovrà avere la banchina, tagliamo a misura le centine e fissiamo il tutto. La struttura è sufficientemente rigida, ma anche elastica, in modo da assumere anche forme curve.
Tagliamo a misura il piano di calpestio e lo incolliamo sulla struttura precedentemente assemblata. Le centine hanno un leggero dorso che ci permette di ottenere una schiena d’asino. Le discese per gli attraversamenti a raso sono realizzate limando i bordi. Dopo la consueta stuccatura e applicazione dei tombini, passiamo alla verniciatura con aerografo e al weathering con polveri.
Passiamo all’incollaggio dei marciapiedi realizzati, fissando con punte di ciano-acrilato gli stessi alla base. Una volta stesa ed incollata la massicciata questi diventeranno un corpo unico con la base.
Alle volte, in fase di progettazione, non ci si rende conto dell’esistenza di spazi inutilizzati che possono invece tornare molto utili.
E’ il caso dello spazio all’interno dell’elicoidale più ampio del plastico.
Dopo una analisi ed una misurazione dello spazio, ci siamo resi conto che esistevano i presupposti per creare un anello di ritorno ed addirittura tre tronchini per il ricovero di convogli di piccola lunghezza.
Il raggio di curvatura del tracciato è fortunatamente identico a quello del deviatoio Peco da installare, sia per l’anello di ritorno che per l’accesso ai tronchini. Due ulteriori deviatoi ci permettono di ricoverare, quindi, i nostri convogli reversibili, quali l’ETR234, il Minuetto, l’Ale803 ed il TEE Breda. Alla movimentazione, come al solito, provvede il software, che smista nella stazione nascosta i vari convogli per farli riapparire nei tratti a vista con buon realismo.
Il cappio di ritorno al momento ci torna utile per ricoverare ed invertire la marcia del convoglio di pulizia. L’inversione di polarità del cappio è automatica e gestita da una scheda apposita collegata a 2 sensori per ogni senso di marcia. Questo tipo di approccio è ben diverso e decisamente meno invasivo di quello basato sulla rilevazione istantanea del corto-circuito.
Iniziamo la costruzione del gruppo di edifici che popoleranno la parte del plastico prospiciente la stazione. Il progetto prevede tre edifici uniti su di un lato, diversi architettonicamente fra di loro. Per la realizzazione ci avvaliamo di foto reali e di una buona progettazione al CAD 3D.
Si parte dal primo; un edificio fatiscente (anche al vero) sul quale è appena iniziata un’opera di ristrutturazione pesante. Utilizziamo al solito forex da 3mm e plasticard di vari spessori, incidendo dove serve con incisore elettrico Valex e punteruoli vari.
I travi del tetto sono realizzati in veri listelli di noce lavorati con cutter ed invecchiati con acrilici e polveri.
Mancando del tutto la copertura del tetto, per la quale abbiamo immaginato un crollo parziale ed uno smantellamento successivo, dobbiamo realizzare anche gli ambienti interni, i calcinacci, i resti degli impianti idraulici ed il pavimento, per il quale una semplice stampa su carta è stata sufficiente.
Creiamo quindi la gru edile su disegni (scarsamente quotati) Potain , interamente con plasticard e qualche piccola fotoincisione adattata.
Passiamo alla realizzazione del secondo edificio con gli stessi materiali del primo. Si tratta di un cielo-terra a pianta trapezoidale, sempre ripreso da foto reale.
Il tetto è realizzato con lastre Noch tipo redutex, verniciate ed invecchiate.
Le persiane sono realizzate con il classico metodo delle fascette, arricchite da profili in plasticard, mentre gli infissi sono in plasticard da 0,4 mm e profili a mezzo toro Evergreen . La piccola veranda è realizzata con acciaio ramato Sommerfeldt da 0.3 mm e acetato inciso. Applichiamo anche i fermascuri, il citofono e la cassetta della posta, quest’ultimi stampati su cartoncino fotografico ed inspessiti con plasticard.
La sommità dell’edificio presenta un piccolo terrazzino sul quale abbiamo poggiato uno stendibiancheria di acciaio ramato con annesso bucato steso. Applichiamo quindi camino, antenna, parabola e relativo cavo volante.
Stiamo ora progettando il terzo edificio per completare l’opera. Quest’ultimo è abbastanza complesso e forse, per il taglio dei pezzi ricorreremo alla fresatrice.
Veniamo ora all’ambientazione. Pubblichiamo lo stato di avanzamento nonostante manchino ancora numerosi dettagli ed una sufficiente patinatura.
Installiamo finalmente il F.V. ed il piazzale in opera, completando la riproduzione congiungendo il modulo al resto.
Piazziamo anche provvisoriamente il gruppo di 3 edifici in costruzione nel luogo che dovrà ospitarli.
Questo è un dettaglio del piccolo parco, al quale manca ancora la recinzione ed il cancello in fotoincisione.
La stazione vista d’infilata dalla radice sinistra; si notano i marciapiedi e le passerelle di tipo moderno, realizzate con reggette larghe. La massicciata non è ancora stata verniciata ed invecchiata su tutti i binari.
Il lato della radice destra è invece praticamente ultimato, manca solo la recinzione tipica F.S.
Particolare dei servizi igienici, su base Simplon Model , una buona riproduzione in resina che consigliamo di acquistare in kit non verniciato.
Come si nota i fabbricati sono già tutti illuminati e saranno gestiti in futuro da appositi decoder in grado di accendere le luci separatamente anche all’interno di uno stesso edificio.
Sul piano dei binari non ci siamo fatti mancare i dispositivi che si scorgono anche al vero; picchetti, cassette di derivazione e scatole di comando deviatoi, anche queste di Simplon Model, questa volta in ottimo nylon da verniciare.
Attendiamo ora che gli impegni diversi ci permettano di completare questa parte del plastico con la stesura completa della massicciata, l’installazione della piattaforma girevole da 9,5 mt (al vero) e l’installazione della linea aerea.
Veramente Molto Interessante, per Me, che Sono un Plasticista e Modellista, sono Rimasto veramente Affascinato !!!! Istruttivo e Costruttivo, Se uno Volesse veramente costruire cose Belle e Vicine al reale !! I Miei Più Sinceri Complimenti !!!😮😋😀😉🤣👍👍👍👍
Sto Costruendo un Plastico da 5 anni or sono fermo per Motivi Ovvii di Spazio e Tempo !!😣😖😕😨😬😭😢☹
Per le passerelle di attraversamento Binari, sto Usando i Fogli di Polistirolo espanso, poi, Per Verniciarli, si Ricorre solo alla Vernice Acrilica, che si diluisce con acqua, come quelli “TAMIYA”, così, Non Mangia IL POLISTIROLO !!!😀😉😋☺😮,Ottenendo così Spiacevoli Sorprese 😮😖😪😨🥶😭😢👎👎👎 , Invece al Contrario con con i TAMIYA 😋😊😉😀😁🤣🙃🥳👍👍👍👍👌