É consuetudine dei fermodellisti di lungo corso lasciare qualche binario pronto per essere collegato ad una futura espansione.
Nel nostro caso ben due sono i binari predisposti, situati all’estremità dell’elicoidale destro. Uno afferisce alla linea superiore, l’altro alla linea secondaria.
L’idea è creare un anello di ritorno che permetta un esercizio ancora più completo.
I due binari sono su livelli leggermente differenti, più alto di circa 25 mm l’estremo, quindi abbiamo pensato di inserire due ponti che scavalcano un fiume, diversi per fattezze, uno in piano, il più alto e l’altro in lieve discesa. Questi differenti livelli ci permetteranno di nascondere ad una quota più bassa un binario di raddoppio e due tronchini di ricovero. La linea scenderà per poi risalire al piano più alto. al centro del modulo 3 binari di sosta che ospiteranno una zona di rifornimento e manutenzione ordinaria per mezzi diesel.
Modelliamo il modulo per ottenere un disegno tridimensionale che ci permetta di verificare ingombri, spazi e pendenze del sedime, nonché di avere tutte le misure dei vari pezzi che lo comporranno. In verde nell’immagine i binari a vista, in nero quelli nascosti.
Grazie al rendering siamo in grado di valutare la futura orografia. Il modulo è volutamente smussato per non occupare utile spazio e ridurre l’ingombro dello stesso al minimo. La struttura si compone di listelli 45×20 mm, multistrato da 10 mm e da 5 mm.
Il disegno bidimensionale ci fornisce ogni misura per la realizzazione del telaio.
Terminata la fase di progettazione è tempo di iniziare il lavoro, cominciando dal taglio delle centine che ci permetteranno di sagomare i fianchi curvati.
Passiamo quindi al taglio dei listelli ed iniziamo a “cucire” il telaio. Le misure sono pressoché esatte e l’unione dei pezzi risulta più agevole del previsto.
Questa fase di lavorazione viene eseguita a terra per garantire il buon livellamento della struttura. Prima di sollevare il tutto uniamo alcuni fianchi, alcuni provvisti di finestre di ispezione, che renderanno la struttura più rigida.
Con i fianchi principali incollati e fissati al telaio avvitiamo ai loro supporti le cinque zampe che sosterranno il modulo; due di queste sono fornite di ruotini, tre di piedi regolabili e ruotini mobili che ne permetteranno lo spostamento.
Con il modulo sulle sue zampe regolabili è abbastanza agevole l’unione con il resto del plastico, unione resa possibile da 4 bulloni sul fianco più stretto.
Con il modulo posizionato incolliamo i fianchi curvi realizzati con multistrato da 5 mm, preventivamente bagnato e tenuto in posa da strettoi e viti, quindi iniziamo a sagomare gli sportelli dei vani di ispezione.
Terminata la struttura portante del modulo iniziamo a sagomare le sedi per l’armamento. Stampiamo su carta le dime di taglio dei vari pezzi ricavandolo dal disegno CAD; incolliamo le dime con colla spray rimovibile e tagliamo i pezzi sul multistrato da 10 mm seguendo il disegno.
Fissiamo al telaio i pezzi tagliati con barre filettate, in modo da poter regolare finemente le pendenze. Incolliamo sughero da 5 mm nei tratti a vista e neoprene, sempre da 5 mm, nei tratti nascosti, quindi fissiamo il flessibile Peco in CAP e i deviatoi. Sullo sfondo si intravedono i due ponti di cui parleremo in un apposito articolo.
I deviatoi, ad eccezione di uno che ritroviamo in un cassetto, sono autocostruiti su template Fastrack; Per quelli nascosti decidiamo di non applicare le traverse, per gli unici due in vista stampiamo in resina 3D traverse in CAP e caviglie, incolliamo e verniciamo.
Decidiamo anche di utilizzare nuovi motori sotto plancia, più compatti e dotati di pignone sul perno del servo e cremagliera, stampati in resina 3D con qualche difficoltà; alla fine individuiamo il tipo di resina più adatta, Liqcreate Tough-X, simile al nylon, decisamente costosa!
Dopo tre disastrosi tentativi troviamo le giuste impostazioni per lo slicer e otteniamo pezzi robusti e leggermente flessibili.
Per testare il circuito tutti i collegamenti elettrici devono essere predisposti; lo schema è banale: 2 linee di alimentazione a 12V DC, una per gli accessori e una per l’illuminazione alimenteranno i relativi decoder, una linea DCC e, ancora da cablare, la linea Loconet.
Per prelevare la tensione dalle dorsali utilizziamo dei “ruba-corrente” bipolari a crimpare, pratici e eleganti.
Cosa rimane da fare in questa fase?
Sicuramente la motorizzazione dei deviatoi e l’installazione di un modulo di retroazione. Con questi elementi saremo in grado di testare l’intero circuito. Poi provvederemo ad allestire il piazzale per i mezzi diesel. Se i nostri calcoli e misure saranno giusti si potrà ridefinire la tabella oraria ed iniziare l’allestimento del paesaggio.