È giunta anche l’ora di completare il gruppo di edifici iniziati tempo addietro. Ai due già realizzati va aggiunto il terzo a completamento del blocco.
Come sempre ultimamente facciamo, progettiamo il modello con il CAD partendo dal 3D ed esplodendo successivamente la varie parti. L’edificio scelto per la riproduzione è quello illustrato qui sotto, con qualche adattamento per renderlo armonico con gli edifici preesistenti.
Questo è il rendering del disegno realizzato.
I disegni dei singoli pezzi vengono stampanti capovolti con stampante laser, in modo da poter ottenere per trasferimento chimico il disegno del pezzo sul materiale nel giusto verso di taglio.
Il disegno viene trasferito utilizzando un batuffolo di cotone imbevuto di solvente nitro. Il cotone viene passato sulla parte posteriore del foglio fino a che il disegno si vede in trasparenza.
Il disegno perfettamente riprodotto sul forex, previamente carteggiato, è pronto per taglio, da eseguire con un comune cutter e per la successiva incisione delle fughe.
Prima dell’assemblaggio dei pezzi tagliati provvediamo alla realizzazione dei master per finestre e cornici. Utilizziamo una fresatrice di precisione e del forex come supporto.
Qui sotto i master per le cornici da utilizzare per la produzione degli stampi.
Per la produzione degli stampi usiamo resina siliconica bi-componente PROCHIMA GLS 50 , un prodotto recentemente aggiornato con rapporto 1/1, quindi molto più semplice da mescolare, che polimerizza anche molto più velocemente. La duttilità e la deformabilità dello stampo finito sono eccezionali e permettono anche leggeri sotto squadro.
Iniziamo quindi l’assemblaggio dei pezzi, con relative cornici ed aggetti realizzati in resina bi-componente PROCHIMA.
Il tetto a quattro falde è amovibile in modo da permettere l’installazione della illuminazione interna e la mascheratura delle finestre del piano rialzato.
Procediamo con la verniciatura seguendo lo schema dell’edificio originale Applichiamo più mani di vernice acrilica in due diverse tonalità di grigio.
E questo è il modello ultimato in tutte le sue parti. Oltre a quanto già detto, va aggiunto che le inferriate sono state realizzate in fotoincisione ‘casalinga’, antenne e coppi sono produzioni commerciali (unici elementi insieme al fogliame in questa realizzazione) e l’illuminazione interna ed esterna è realizzata con led SMD a luce bianca calda.
Sul terrazzo abbiamo posizionato una pergola realizzata con listelli di noce colorati con acrilico verde chiaro molto diluito, a simulare l’ impregnamento in autoclave tipica di queste produzioni. Le fioriere sono state sagomate su blocchetti di forex, mentre il fogliame ad imitazione del rampicante è Silhouette.
Solo per il nostro divertimento abbiamo pensato di aggiungere qualche oggetto simpatico. Il tavolinetto in metallo è realizzato con una puntina da disegno alla quale abbiamo applicato delle zampe in acciaio armonico, il lettino è costruito interamente in plasticard, il secchio è parte di una biro lavorata con fatica con il dremmel, ‘lo spazzolone’ è ricavato da listelli di plastica ed il ‘cencio’ appoggiato sul secchio…bé, questo è un piccolo trucco che non sveliamo.
Uno dei problemi che affliggono maggiormente i plastici di discrete dimensioni è la polvere che si accumula negli anni, rendendo il tutto opaco e poco verosimile. La soluzione migliore sarebbe inscatolare tutto il plastico, operazione abbastanza complessa e di costo decisamente elevato.
Nell’ approcciare il problema si è pensato di creare una copertura che impedisca alla polvere di cadere dal soffitto e che permetta da un lato di posizionare coperture rimovibili (tendine), dall’altro inglobi anche il sistema di illuminazione.
Grazie al gentile omaggio di Mario (un amico n.d.r.) mettiamo le mani su il giusto numero di pannelli in fibra minerale e relativi supporti. Andiamo quindi a assemblare una struttura di supporto con montanti e guide per cartongesso, realizzando di fatto una contro-soffittatura che segue il perimetro del plastico.
Nella controsoffittatura installiamo 5 tubi neon da 36 Watt, la cui luce viene diffusa attraverso pannelli semitrasparenti realizzati con ‘polionda’ neutro. Per mascherare lo spazio fra soffitto e bordo inferiore della struttura utilizziamo invece ‘polionda’ nero. Tre ulteriori tubi neon illuminano il plastico frontalmente, portando la potenza installata a 280 Watt. Lo spazio fra il plastico e la parete permetterà in futuro la realizzazione di un fondale a debita distanza dal piano ed illuminabile dall’alto. L’effetto complessivo dovrebbe fornire la giusta profondità al tutto.
È arrivato il momento di unire il modello realizzato qui con gli altri precedentemente creati(vedi qui). L’allineamento è quasi perfetto, qualche lieve fessura può essere mascherata senza problemi.
Prepariamo quindi fuori sede il piano stradale che ospiterà il gruppo di edifici, in maniera da rendere più agevole il posizionamento dei particolari che arricchiranno questo scorcio di plastico.
Dopo la verniciatura incolliamo sul piano gli edifici e ci apprestiamo a collocare i vari particolari, quali tombini in fotoincisione, marciapiedi, strada bianca, ecc.
Il dosso artificiale con attraversamento pedonale incorporato è realizzato con texture Redutex su di una base pre-sagomata di plasticard, ad imitazione del rilievo.
E proprio per l’attraversamento pedonale pensiamo di costruire una coppia di segnali provvisti di lampeggiatore. le dimensioni, 7 mm x 1,2 mm x 1 mm, sono piccole, ma non impossibili.
Prepariamo una basetta di vetronite assottigliata sulla quale saldiamo due led SMD in serie e due sottilissimi fili di rame smaltato.
Prepariamo il braccio ed il palo di sostegno per i due segnali, uno dei quali andrà posizionato sul muro perimetrale di uno degli edifici.
Incolliamo il braccio ed il palo ai relativi segnalatori, fissando il rame con ciano-acrilato al palo stesso.
Applichiamo le tabelle stampante su carta fotografica e verniciamo il tutto.
Posizioniamo quindi provvisoriamente il gruppo sul plastico. Questa è la vista dell’insieme.
Una ambientazione tipicamente italiana non può tralasciare quei dettagli, purtroppo tipici del nostro paese, che possono fare la differenza.
Avendo a disposizione due cassonetti (non bellissimi in verità) in resina, decidiamo di creare lo spazio ‘nettezza urbana’. Costruiamo alcuni bustoni e delle scatole con ciarpame vario. Sporchiamo quindi il tutto con ritagli di carta e polveri fissati con spray trasparente opaco. All'”isola ecologica” mancano ancora i contenitori per la raccolta differenziata, ma presto saranno a disposizione dei cittadini.
Qui a lato il dettaglio del segnalatore lampeggiante dell’attraversamento pedonale. Il lampeggio è stato reso possibile da un mini-decoder accessori opportunamente configurato.
Questo è uno scorcio della strada fotografato da una ipotetica autovettura.
Il primo edificio realizzato necessitava di adeguata recinzione di protezione. A seguito di una infruttuosa ricerca online di un rete standard, quelle in plastica, decidiamo per la fotoincisione casalinga. Il lavoro ci prende un po’ la mano e decidiamo di costruire anche una coppia di segnalatori (della cui realizzazione manca, purtroppo, documentazione). Un sottile anello di ottone ricavato da un profilo tondo passante, un led rosso puntiforme ed un blocchetto di plastica ed i segnalatori sono pronti.
A questo punto, affinché il cantiere sia a norma è necessario applicare le corrette tabelle di prescrizione.
Un altro scorcio della strada, questa volta dal lato opposto.
A fianco dei fabbricati predisponiamo un parcheggio per i residenti.
In questa visione notturna si possono apprezzare sia i segnalatori dell’ attraversamento pedonale che quelli di cantiere. Gli edifici abitabili sono illuminati internamente ed esternamente. Manca ancora l’illuminazione stradale, ma il materiale per la realizzazione dei lampioni è già in viaggio.
Abbiamo già descritto qui la realizzazione del piazzale della stazione fuori opera. In questo articolo ne descriviamo il posizionamento definitivo e la realizzazione del piazzale ferroviario, con banchine e massicciata e qualche modifica di tracciato.
Anche le banchine devono essere realizzate fuori opera, questo per permetterne una verniciatura accurata. Per la realizzazione delle stesse usiamo una fresatrice a 3 assi per realizzare i supporti laterali, le centine di assemblaggio e piano di calpestio.
I pezzi, che hanno una lunghezza di 30 cm ed una larghezza variabile da 3 a 10 cm, grazie alle centine sezionabili, possono essere assemblati per realizzare banchine della lunghezza e forma voluta, quindi anche curve o smussate.
L’assemblaggio è relativamente semplice. Si incollano i bordi con l’imitazione dei blocchi sui relativi supporti, avendo cura di sfalsare i pezzi in caso si stiano realizzando banchine più lunghe di 30 cm. Gli incassi per le centine servono anche da guida.
Calcoliamo con il calibro l’esatta larghezza che dovrà avere la banchina, tagliamo a misura le centine e fissiamo il tutto. La struttura è sufficientemente rigida, ma anche elastica, in modo da assumere anche forme curve.
Tagliamo a misura il piano di calpestio e lo incolliamo sulla struttura precedentemente assemblata. Le centine hanno un leggero dorso che ci permette di ottenere una schiena d’asino. Le discese per gli attraversamenti a raso sono realizzate limando i bordi. Dopo la consueta stuccatura e applicazione dei tombini, passiamo alla verniciatura con aerografo e al weathering con polveri.
Passiamo all’incollaggio dei marciapiedi realizzati, fissando con punte di ciano-acrilato gli stessi alla base. Una volta stesa ed incollata la massicciata questi diventeranno un corpo unico con la base.
Alle volte, in fase di progettazione, non ci si rende conto dell’esistenza di spazi inutilizzati che possono invece tornare molto utili. E’ il caso dello spazio all’interno dell’elicoidale più ampio del plastico. Dopo una analisi ed una misurazione dello spazio, ci siamo resi conto che esistevano i presupposti per creare un anello di ritorno ed addirittura tre tronchini per il ricovero di convogli di piccola lunghezza.
Il raggio di curvatura del tracciato è fortunatamente identico a quello del deviatoio Peco da installare, sia per l’anello di ritorno che per l’accesso ai tronchini. Due ulteriori deviatoi ci permettono di ricoverare, quindi, i nostri convogli reversibili, quali l’ETR234, il Minuetto, l’Ale803 ed il TEE Breda. Alla movimentazione, come al solito, provvede il software, che smista nella stazione nascosta i vari convogli per farli riapparire nei tratti a vista con buon realismo.
Il cappio di ritorno al momento ci torna utile per ricoverare ed invertire la marcia del convoglio di pulizia. L’inversione di polarità del cappio è automatica e gestita da una scheda apposita collegata a 2 sensori per ogni senso di marcia. Questo tipo di approccio è ben diverso e decisamente meno invasivo di quello basato sulla rilevazione istantanea del corto-circuito.
Iniziamo la costruzione del gruppo di edifici che popoleranno la parte del plastico prospiciente la stazione. Il progetto prevede tre edifici uniti su di un lato, diversi architettonicamente fra di loro. Per la realizzazione ci avvaliamo di foto reali e di una buona progettazione al CAD 3D.
Si parte dal primo; un edificio fatiscente (anche al vero) sul quale è appena iniziata un’opera di ristrutturazione pesante. Utilizziamo al solito forex da 3mm e plasticard di vari spessori, incidendo dove serve con incisore elettrico Valex e punteruoli vari.
I travi del tetto sono realizzati in veri listelli di noce lavorati con cutter ed invecchiati con acrilici e polveri.
Mancando del tutto la copertura del tetto, per la quale abbiamo immaginato un crollo parziale ed uno smantellamento successivo, dobbiamo realizzare anche gli ambienti interni, i calcinacci, i resti degli impianti idraulici ed il pavimento, per il quale una semplice stampa su carta è stata sufficiente.
Creiamo quindi la gru edile su disegni (scarsamente quotati) Potain , interamente con plasticard e qualche piccola fotoincisione adattata.
Passiamo alla realizzazione del secondo edificio con gli stessi materiali del primo. Si tratta di un cielo-terra a pianta trapezoidale, sempre ripreso da foto reale.
Il tetto è realizzato con lastre Noch tipo redutex, verniciate ed invecchiate.
Le persiane sono realizzate con il classico metodo delle fascette, arricchite da profili in plasticard, mentre gli infissi sono in plasticard da 0,4 mm e profili a mezzo toro Evergreen . La piccola veranda è realizzata con acciaio ramato Sommerfeldt da 0.3 mm e acetato inciso. Applichiamo anche i fermascuri, il citofono e la cassetta della posta, quest’ultimi stampati su cartoncino fotografico ed inspessiti con plasticard.
La sommità dell’edificio presenta un piccolo terrazzino sul quale abbiamo poggiato uno stendibiancheria di acciaio ramato con annesso bucato steso. Applichiamo quindi camino, antenna, parabola e relativo cavo volante.
Stiamo ora progettando il terzo edificio per completare l’opera. Quest’ultimo è abbastanza complesso e forse, per il taglio dei pezzi ricorreremo alla fresatrice.
Veniamo ora all’ambientazione. Pubblichiamo lo stato di avanzamento nonostante manchino ancora numerosi dettagli ed una sufficiente patinatura. Installiamo finalmente il F.V. ed il piazzale in opera, completando la riproduzione congiungendo il modulo al resto.
Piazziamo anche provvisoriamente il gruppo di 3 edifici in costruzione nel luogo che dovrà ospitarli.
Questo è un dettaglio del piccolo parco, al quale manca ancora la recinzione ed il cancello in fotoincisione.
La stazione vista d’infilata dalla radice sinistra; si notano i marciapiedi e le passerelle di tipo moderno, realizzate con reggette larghe. La massicciata non è ancora stata verniciata ed invecchiata su tutti i binari.
Il lato della radice destra è invece praticamente ultimato, manca solo la recinzione tipica F.S.
Particolare dei servizi igienici, su base Simplon Model , una buona riproduzione in resina che consigliamo di acquistare in kit non verniciato. Come si nota i fabbricati sono già tutti illuminati e saranno gestiti in futuro da appositi decoder in grado di accendere le luci separatamente anche all’interno di uno stesso edificio.
Sul piano dei binari non ci siamo fatti mancare i dispositivi che si scorgono anche al vero; picchetti, cassette di derivazione e scatole di comando deviatoi, anche queste di Simplon Model, questa volta in ottimo nylon da verniciare.
Attendiamo ora che gli impegni diversi ci permettano di completare questa parte del plastico con la stesura completa della massicciata, l’installazione della piattaforma girevole da 9,5 mt (al vero) e l’installazione della linea aerea.
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