Verniciamo con aerografo ed acrilico grigio chiarissimo. Il weathering è effettuato con polveri terra bruciata, nero e bianco.
Montiamo i serbatoi sul torrino dopo aver praticato i fori per i tubi discendenti. Quindi montiamo la scaletta.
Già che ci siamo riempiamo i serbatoi con resina Prochima ad imitazione dell’acqua.
La vista frontale mette in evidenza il misuratore di livello e la grata della finestra, realizzata alla stessa maniera delle grate della rimessa locomotive
In questo particolare si nota come l’imperfezione del fondo Tamiya abbia giovato all’imitazione della ruggine sul fianco del serbatoio.
Ci sentiamo di poter affermare che questa opera è forse la migliore di quelle realizzate fino ad oggi, il che ci fa ben sperare per il prossimo futuro (realizzazione del fabbricato viaggiatori)
Per la costruzione del torrino utilizziamo sempre forex da 3 mm. La base della costruzione si compone di 4 facciate ed un solaio. Pratichiamo le aperture per la finestra e la porta.
Assembliamo il tutto e carteggiamo le giunzioni. Si intravede il terrazzo che sarà accessibile (al vero) da apposita botola incisa.
La struttura al vero presenta 6 colonne su cui poggiano i travi ad H delle vasche. Tagliamo a misura Plasticard da 2 mm. e assembliamo con Bostik.
Applichiamo altre strisce di Plasticard ad imitazione della travatura orizzontale di sostegno del solaio e stucchiamo diligentemente il tutto con stucco Tamiya.
Non trovando nel cassetto delle meraviglie alcuna scaletta bella e pronta, decidiamo di armarci di pazienza e realizzarne una con tondino di ottone da 1 mm e acciaio armonico da 0,4 mm.
Non siamo ancora stanchi di mettere alla prova la nostra pazienza. Decidiamo di fare anche la gabbia di protezione per la scaletta di ispezione. Tagliamo una strisciolina di rame da 0,6 mm, tagliamo sei pezzi che disponiamo sul nostro piano di saldatura. Sopra questi saldiamo tre spezzoni di acciaio armonico da 0,2 mm. Pieghiamo il tutto con l’aiuto di un tubicino di adeguato diametro e saldiamo il manufatto alla scaletta.
Lucidiamo tutto il metallo con spazzola in acciaio, sgrassiamo poi il nostro manufatto mettendolo a bagno nel solvente nitro e spazzolandolo bene con normale spazzolino da denti. Prima di verniciare in grigio scuro applichiamo una mano di fondo tamiya. Non sappiamo se l’aerografo che stiamo usando funzioni male, fatto sta che il fondo viene granuloso. Ne approfittiamo per lasciare qualche parte ruvida ad imitazione della ruggine e spianiamo il resto.
Certo vi sarete già domandati, se non lo sapete ovviamente, cosa è il weathering. Questo termine inglese sta a significare sporcare imitando i segni del tempo. Usiamo al solito le nostre polverine magiche: ossido, nero, bianco e terra bruciata. Applichiamo poi le strisce gialle e nere (stampa su carta velina).
Applichiamo i volantini alle valvole e le vasche sono pronte per essere montate sul futuro torrino.
Non abbiamo ancora a disposizione il bromografo per la fotoincisione (mancano 2 lampade su 6… sigh!) e quindi decidiamo di vedere se siamo abbastanza bravi anche senza. Faremo i nostri bravi serbatoi in ottone e rame del tutto a mano. Il primo step e tagliare con il cutter una striscia di 19 mm per 168 mm. Incidiamo con un punteruolo le chiodatura (nella parte interna del serbatoio), pieghiamo la striscia dopo aver inciso la traccia di piegatura e saldiamo nel punto di giunzione (metà della faccia interna del serbatoio). Saldiamo poi il fondo sempre dall’interno.
Questo tipo di torrino ha valvole di adduzione sotto le vasche. Sono a vista e per realizzare usiamo tubi di ottone di diametri decrescenti. Sul lato posteriore saldiamo un pezzo di ottone a chiusura che sagomiamo dopo la saldatura.
Le vasche sono sorrette da tre travi ad H. Per l’occasione tiriamo fuori dei profilati ad H giusti giusti da nostro cassetto delle meraviglie. Ogni tanto è bene comprare del materiale anche se non si sa cosa farci al momento; queste barre sono state infatti acquistate 2 mesi fa. Dopo il taglio le saldiamo al fondo delle vasche.
Applichiamo una bordo ad L in ottone come rinforzo e saldiamo su questo le travature. Per le travature abbiamo utilizzato un tondino pieno di ottone da 1,5 mm. saldato leggermente sporgente che poi abbiamo appiattito con lima. Il risultato è una travatura piatta come al vero.
Uno dei serbatoi presenta al vero una carrucola sulla quale scorre il cavo che collega il galleggiante all’indicatore di livello. Non avendo una carrucola in scala decidiamo pazientemente di tornire una.
I vari tubi sono realizzati con tubi e tondini di ottone, forati ed inseriti l’uno sull’altro in corrispondenza dei giunti a T. L’indicatore di livello è fatto con due striscioline di rame saldate a breve distanza come al vero. La carrucola è posta su un supporto ad U ed è funzionante (anche se non servirà in quanto l’acqua sarà resina).
La nostra stazione, di modeste dimensioni, ha anche un piccolo scalo merci e, visto che non vogliamo farci mancare nulla abbiamo deciso di installare un piccolo torrino piezometrico, nella storia del nostro plastico decisamente in disuso (come del resto lo scalo merci). Anche questa volta, il tutorial è abbastanza corposo e lo suddividiamo quindi in più pagine. Qui sotto trovate l’elenco delle varie fasi di costruzione.
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