Quando, in fase di ideazione del plastico, ci sforzavamo di immaginare una ambientazione, fra le varie opzioni che affollavano la mente alla fine prevalse ciò che per noi era più facilmente riproducibile osservando la realtà che ci circonda, pertanto l’idea di riprodurre la campagna umbra sembrava e sembra tutt’ora la scelta più azzeccata. In questo contesto non può mancare la riproduzione della tipica cascina e delle sue coltivazioni, fra queste in primis il vigneto.
Iniziamo dal terreno
La zona dell’”impianto” è un tratto collinare, in primo piano nel plastico, che riproduce un appezzamento separato dalla strada. Dopo aver sagomato la collina in polistirolo, ricopriamo la superficie con vero terriccio sterilizzato, macinato e vagliato. Questo viene fissato con adesivo latex e poi schiarito con aerografo. Si tracciano quindi le linee guida per il posizionamento dei tipici “passoni” in cemento.
Incolliamo fibre di varie misure e colorazione sulle linee di impianto e nella mezzeria dei passaggi fra i filari; completiamo con sassolini e vari cespugli intorno al vigneto.
La palificazione
Nelle campagne umbre, fin da quando abbiamo memoria, gli impianti di vite sono stati allestiti con “passoni”, pali in cemento ai quali si legava comune filo di ferro per sorreggere i tralci.
Questi sono stati realizzati in stampa 3D SDM, verniciati con aerografo e successivamente stagionati.
I pali sono di due misure, più grandi per le testate del filare.
Si praticano i fori per i pali e si infilzano, come al vero gli stessi. I pali di testa sono tenuti in posizione da un tirante ed un picchetto; si tendono quindi i fili, realizzati con rame sottilissimo ricavato da comune filo elettrico e successivamente brunito.
A questo link potete trovare il file STL da utilizzare per la stampa 3D dei pali.
I tralci
Per questi la tecnica è nota e consolidata; fili di rame intrecciati (otto segmenti per vite) a realizzare un impalcato con due tralci per parte; il tralcio viene stagnato per irrobustirlo e aumentare lo spessore dei rami. Alla fine si applica una mano di fondo e si vernicia.
Ora si praticano i fori e si “piantano” le singole viti, avendo cura di intrecciare i tralci e appoggiarli ai fili di sostegno in modo da riprodurre lo sviluppo al vero delle piante. Le viti sono ora pronte per ricevere il fogliame.
Il fogliame
Dopo una lunga ricognizione fra i materiali disponibili e/o acquistabili troviamo fortunosamente un ingegnoso attrezzo che ci permette di realizzare, con adeguata pazienza, il fogliame in scala (quasi) 1/87. Si tratta di un punzone che presenta quattro tipi di foglie, dichiarate dal produttore come acero, ma abbastanza simili alle foglie di vite.
Lo step successivo è stampare un foglio di carta con le giuste tonalità; dopo vari tentativi il risultato ottenuto è questo.
Quello che serve ora è un supporto su cui incollare le foglie. Il dacron sembra essere la scelta migliore. Optiamo per il prodotto Woodland/Noch (Poly Fiber).
Utilizziamo una quantità minima di fibra, stesa e arrotolata, applichiamo una minima quantità di colla spray di ottima qualità (consigliamo Magispray di MicroRama).
Applichiamo il fogliame precedentemente realizzato facendolo cadere a pioggia sulla fibra e lo fissiamo ancora con un lieve passaggio di colla.
Prima che la colla asciughi si appoggia il fogliame sui tralci. Ripetiamo l’operazione fino a coprire interamente i tralci stessi.
Qui si fa ardua; i grappoli d’uva
Una strada costellata di insuccessi è quella percorsa per realizzare dei grappoli coerenti con il resto della realizzazione. Alla fine la scelta del materiale ricade su fogliame MicroRama, spessore 0,4 mm.
La realizzazione è banale: filo di rame, una goccia di vinavil, fogliame a pioggia. Si lascia asciugare e si vernicia con una tonalità di verde chiaro. Si taglia il rame in eccesso, lasciando un uncino per aggrappare il frutto al fogliame.
Si prepara il fogliame come descritto prima, si applica ai tralci e, prima che la colla asciughi, si posizionano i grappoli; non ne servono molti, ipotizzando che altri siano nascosti dal fogliame.
Qui di seguito alcune immagini dell’opera ultimata scattate da Benedetto Sabatini per la pubblicazione su TTM85
Aggiunta di alcuni dettagli e scenette
L’ambientazione stagionale di tutto il plastico è estiva. Immaginiamo che l’estate calda ma non secca abbia favorito una vendemmia precoce del nostro “Grechetto”. Quindi per arricchire la scena abbiamo avuto bisogno di altri dettagli, quali un carrello e un trattore. Immaginiamo che la nostra azienda agricola a conduzione familiare disponga di mezzi non proprio nuovi. Il trattore lo abbiamo trovato tra gli accessori commerciali (una riproduzione in metallo bianco, ce ne sono anche di altri tipi in plastica o in resina, basta perdere un po’ di tempo a sfogliare cataloghi), e necessita solo di una giusta patinatura.
Il carrello, al contrario, non riusciamo a reperirlo e decidiamo di realizzarlo facendo uso della stampa 3D. Il modello si compone di telaio, pianale e sponde.
Una volta stampate le parti come da progetto, le ripuliamo e li presentiamo per verificare che tutto torni. Assembliamo i vari pezzi e aggiungiamo i dettagli, quindi applichiamo una mano di fondo.
Per completare il rimorchietto bastano una mano di vernice rossa, ruote cannibalizzate da altro modellino, targa, fanali e grappoli ed il carrello è pronto!
Arricchiamo la scenetta con personaggi e cesti realizzati in stampa 3D.
A questo link potete trovare il file STL da utilizzare per la stampa 3D dei carrello.
Idea Alquanto Geniale e Realistica allo stesso tempo, Ambientazione azzeccata, Io sono di Origine Umbra, indi, Tutto ciò mi ricorda, quando andavo con Mio Nonno a Trovare certi suoi parenti a Marsciano e Notavo l’armonia tra Ferrovia e campagna, devo dire, con tutta Mia sincerità, che tutto quello che noto, su queste Immagini, rispecchiano Molto, ciò che ho Visto da Ragazzo ! Sono Rimasto davvero Incantato !!!!